Markus Öhrn, artista svedese basato a Berlino, lavora tra performance, cinema, teatro e arti visive. Nelle sue installazioni video predilige l'utilizzo di materiale pre-esistente, come il film di 49 ore Magic Bullet, un montaggio cronologico dell' archivio completo delle scene di film tagliate dalla censura svedese dal 1911 al 2011. Nelle sue performance, realizzate con le compagnie Nya Rampen e Institutet, Öhrn indaga con crudezza i meccanismi della repressione in una famiglia della classe media. La sua prima creazione teatrale, Conte d'Amour, un'esplorazione del lato oscuro dell'amore basata sul caso Fritzl in Austria, viene presentata al festival di Avignone del 2012. A questa prima parte di una trilogia hanno fatto seguito le performance We Love Africa and Africa Loves Us (2012) sulle fantasie post-coloniali di onnipotenza e le strutture familiari in Europa, e Bis zum Tod (2014), una 'black metal opera'. Bergman in Uganda (2014) girato nelle baraccopoli della capitale dell'Uganda è uno sviluppo delle riflessioni sul neo-colonialismo in Africa partito con l'installazione video White Ants, Black Ants (2010). Attualmente Öhrn sta preparando la performance Azdora per Santarcangelo dei Teatri Festival 2015. Le sue opere sono state presentato in Svezia e all'estero, in contesti come il Museo d'Arte Moderna di Stoccolma, Volksbühne e Arsenal a Berlino, Kunstenfestivaldesarts a Bruxelles, Theater Treffen a Berlino, Wiener Festwochen, Festival d'Avignon, Festival Transamerique a Montreal e Theater Der Welt a Mannheim.
giovedi 23 aprile > h 19.00 > Ex Ospedale dei Bastardini (sala bianca)
venerdi 24 aprile > h 19.00
sabato 25 aprile > h 19.00
Markus Öhrn (S)
Bergman in Uganda
expanded cinema, prima italiana
In Bergman in Uganda, l'artista svedese Markus Öhrn ci introduce ad una nuova figura di narratore contemporaneo: il veejay. Al di là dell'assonanza, non si tratta qui di un virtuoso del mixaggio di immagini digitali, bensì di uno speaker che traduce e commenta in diretta film - di solito blockbuster hollywoodiani - per un pubblico che si raccoglie in baracche adibite a cinema, negli slums o nei villaggi più remoti dell'Uganda. Markus Öhrn ha avuto l'idea di introdurre un film di Ingmar Bergman in questo singolare contesto, affidandolo a uno dei veejay protagonisti delle shantytowns di Kampala. Come si guarda un capolavoro introspettivo europeo del 1966 come Persona nelle periferie di una metropoli africana, oggi? Non senza ironia, Öhrn produce un'inversione che confonde e ci induce a riflettere sulla nostra prospettiva.
di Markus Öhrn
produzione Markus Öhrn, Swedish Subterranean Movie Company
in collaborazione con Stadsschouwburg Amsterdam, Volksbühne am Rosa-Luxemburg-Platz (Berlin), Swedish Arts Grants Committee, Kunstenfestivaldesarts (Bruxelles)